Dietro ogni collina vive uno sciamano

Dietro ogni collina vive uno sciamano

01.12.2021


Vincitore del Premio Andersen onorario, Andrej Usačëv è uno dei più importanti autori russi per bambini.

Per scrivere il suo libro illustrato La magica Kolyma si è immerso in una terra affascinante e terribile in cui la natura più entusiasmante si è trovata a convivere, nello scorso secolo, con la realtà dei Gulag.

In occasione dell'uscita del libro in Italia, ha voluto raccontarci dei magici boschi dorati della Kolyma.

Quale crede che sia l’elemento unico delle fiabe russe, che le distingue dalle controparti europee?

È una domanda molto complessa. Penso che sul tema sia stata scritta più di una tesi di dottorato. Poiché di formazione sono un filologo e non uno studioso di folclore posso solo esprimere le mie osservazioni da lettore. Prima di tutto, bisogna differenziare le fiabe russe dalle fiabe dei popoli della Russia. Sul territorio del nostro paese vivono più di centocinquanta popoli, ognuno con un proprio folclore. Certamente il bagaglio folclorico è più vario e più ricco di quello europeo. Allo stesso tempo, lo scarto culturale tra le fiabe daghestane e quelle yupik è maggiore rispetto a quello che esiste per esempio tra le fiabe italiane e quelle norvegesi.

Se invece stiamo parlando della fiaba d’autore, allora va detto che questo genere letterario in Europa è comparso prima che da noi. E si è sviluppato più in fretta. In Russia la fiaba d’autore è comparsa di fatto nel XX secolo. E siamo ancora molto indietro. Tra i più grandi favolisti a livello mondiale, tra i russi mi viene in mente solo Ėduard Uspenskij, le cui opere sono amate in Giappone così come in Finlandia e in tanti altri Paesi.

Ma, per come la vedo io, nell’ambito della letteratura per l’infanzia la nazionalità della fiaba non è importante: un bambino si sorprenderà di scoprire che Winnie Pooh è inglese, Karlsson è svedese e Cipollino italiano. Per lui fanno parte della sua famiglia, parlano la sua lingua. E questa è la cosa più importante.

Quale crede che sia il rapporto tra l’uomo e gli altri animali nei suoi racconti?

È divertente e particolarmente calzante il modo in cui avete formulato la domanda: tra l’uomo e gli altri animali. Nelle fiabe gli animali sono sempre antropomorfi: pensano e agiscono come le persone. Ma si può dire anche l’opposto: le persone sono simili agli animali. Ho sempre pensato che gli animali siano esseri dotati di pensiero. Osservate il vostro cane e il vostro gatto e ditemi se non siete d’accordo. Ci assomigliamo anche a livello biologico, dato che siamo tutti “usciti dal mare”. Questa origine comune ce la ricorda il folclore dei popoli del nord: secondo una leggenda dei čukči gli esseri umani e le balene discendono dalla stessa madre e si sono nutriti dello stesso latte. I rapporti tra le persone e gli animali sono prima di tutto rapporti di vicinato, ed esistono vicini di tutti i tipi: intelligenti e meno intelligenti, aggressivi e riservati. È sempre in corso la competizione per conquistare il territorio, per ottenere il predominio… Noi esseri umani, così come gli animali, siamo mossi dalla competizione per il cibo e per la riproduzione. L’unica cosa che ci differenzia davvero dagli animali è che loro, per fortuna, sono apolitici. Sono rimasti allo stato primordiale, le questioni geopolitiche, le elezioni del presidente degli Stati Uniti o del cancelliere tedesco non li riguardano. Non hanno partiti e tutto ciò è fantastico!

Che cosa rende la Kolyma così magica e fiabesca? I suoi elementi naturali o i popoli indigeni con le loro tradizioni e leggende che l’hanno abitata per secoli?

Senza dubbio la natura. Quando ho visto il kraj di Magadan per la prima volta me ne sono innamorato. Ho scoperto che nella Kolyma c’è una natura meravigliosa: fiumi, laghi, alture fantastiche, strati di ghiaccio che non si sciolgono nemmeno d’estate, speroni di roccia che affiorano dalle montagne… Un’atmosfera particolare, magica.

È un terreno fertile per l’incanto e la fiaba, un territorio inesplorato. Una delle migliori fiabe di sempre, Il meraviglioso mago di OZ, è potuta scaturire nel vasto continente americano solo perché ai tempi di Frank Baum c’erano dei punti vuoti sulle mappe: deserti impenetrabili e montagne invalicabili. Essendosi impadronita del pianeta dal punto di vista geografico, la letteratura si è ritrovata in un vicolo cieco geografico, proprio per questo si è lanciata alla conquista di mondi paralleli. È da qui che nasce il genere fantasy, tanto popolare al giorno d’oggi. In Russia, a differenza della sovrappopolata Europa e delle Americhe ormai civilizzate, ci sono ancora giganteschi territori selvaggi e inesplorati: la Jacuzia, la Čukotka, la Kolyma… Luoghi in cui l’uomo non ha messo piede. In cui dietro a ogni collina potrebbero vivere maghi e sciamani, fluttuare spiriti ed essere nascoste basi aliene.  Il lago di Loch Ness è stato scandagliato da cima a fondo e anche se lì fosse vissuto qualche organismo preistorico, se la sarebbe data a gambe già da tempo… Per andare dove? Forse proprio da noi, nella Kolyma!

Pensa che la Natura della Kolyma possa riprendere i suoi spazi anche malgrado le azioni dell’uomo?

Sì, ne sono certo. Quando c’erano i Gulag, i campi di lavoro venivano riscaldati con il legname e nel raggio di quattrocento chilometri intorno a Magadan tutti i larici erano stati abbattuti. Ma sono passati settant’anni e il territorio è tornato a rinverdirsi, ricoperto di nuovo dalla taiga. La vegetazione si sta riprendendo anche le cave e i giacimenti da cui, fino a poco tempo fa, si estraeva l’oro. È straordinario! Tra cinquant’anni una persona che dovesse trovarsi nella Kolyma per la prima volta potrebbe scambiare quelli che erano siti di estrazione per creazioni della natura. La natura si ristabilisce in fretta, perlomeno in confronto alla breve vita degli uomini.

Dal 3 dicembre in libreria


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