Nei miei albi celebro l'essere diversi - Intervista a Birgitta Sif

Nei miei albi celebro l'essere diversi - Intervista a Birgitta Sif

08.02.2022


Birgitta Sif è un'autrice islandese. Dopo gli studi alla Cornell University ha ottenuto un Master in Children's Book Illustration alla Cambridge School of Art, che le ha aperto le porte del mondo della letteratura per l'infanzia. Con Valentina Edizioni ha pubblicato Oliver, Giulia D. e Il bambino delle nevi e il mantello dai mille usi.
Le abbiamo chiesto di raccontare come nascono i suoi coloratissimi albi e i suoi dolcissimi personaggi.

Birgitta, sei nata in Islanda e hai vissuto negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Oggi vivi in Svezia con la tua famiglia. Pensi che la tua vita in Scandinavia, che documenti così bene sui social, abbia influenzato le tue storie?

Assolutamente, credo che i luoghi in cui viviamo e da cui proveniamo influenzino ciò che siamo, e di conseguenza i racconti e le illustrazioni che creiamo. La costruzione di una storia e di un personaggio è spesso basata su noi stessi e sulle nostre esperienze. Penso siano quelle le storie più interessanti. Anche il più piccolo dettaglio dei miei libri proviene dalla mia vita: dai giocattoli per terra, alle case e ai colori. Persino le piccole cassette postali in Frances Dean sono ispirate a quelle della mia vecchia strada.

I tuoi personaggi sono sempre rappresentati come gentili, ma diversi dalle persone che li circondano. Salvo poi scoprire che questa differenza può essere un dono. Perché il tema della diversità è così importante nelle tue opere?

Sono felice che si dica che i miei personaggi sono buoni e gentili ma anche un po’ diversi. È qualcosa che spero sempre si noti nei miei libri. La gentilezza è incredibilmente importante per me e allo stesso modo l’idea di essere diversi, come lo siamo tutti grazie al cielo! È qualcosa che dovrebbe essere celebrato. Per tanto tempo ho pensato di non riuscire ad adattarmi a nessun contesto, mi sentivo una specie di estranea. Il mio libro Oliver è proprio la storia di un ragazzo che si sente un po’ diverso ma che è a suo agio con sé stesso. Alla fine del racconto, trova a sua volta una persona che ha difficoltà ad adattarsi. Il loro non sapersi adattare insieme dà vita a una meravigliosa amicizia. È un messaggio di forza, speranza e auto accettazione, che non è mai trasmesso abbastanza ai bambini.

Oliver è un albo speciale per te?

Il libro ha acquisito vita propria e sono così onorata che sia stato utilizzato in tante scuole in ogni parte del mondo e da tanti genitori per parlare della diversità. Permettere ai bambini di vedere sé stessi in un libro e sapere che non c’è nulla di male nell’essere diversi è incredibilmente importante. Sono davvero felice che un mio libro è stato in grado di ottenere questi risultati! Sono infinitamente grata per ogni singola lettera ricevuta da genitori, insegnanti e tutti i bambini in cui mi raccontavano quanto Oliver avesse avuto un impatto positivo per le loro vite. Mi commuovo al solo pensiero.

Uno dei tuoi ultimi albi, Il bambino delle nevi e il mantello dai mille usi, è stato inserito nella lista dei candidati al premio “Green Earth Book Award”. Pensi che la letteratura per l’infanzia possa essere la via per educare i bambini alla sostenibilità ambientale?

Tutti i libri hanno un potere. Credo sia importante ricordare che i libri illustrati sono un ottimo strumento per rivolgersi ai bambini e aiutarli a comprendere i loro sentimenti e riuscire a esprimerli. Per essere custoditi in un modo o nell’altro, Hanno il potere di essere letti in segreto sotto le coperte con la torcia o ammucchiati tutti assieme sul divano e discussi. Il bambino delle nevi e il mantello dai mille usi è un bellissimo libro sull’ambiente. Credo sia un ottimo strumento di insegnamento per parlare dell’impatto ambientale che tutti noi abbiamo.

Quale personaggio delle tue storie è più simile a te?

Credo ci sia una parte di me in ogni mio libro, proveniente da diversi periodi e stadi della mia vita. Oliver, perché mi sono sempre sentita un po’ diversa e perché l’ho scritto pensando all’incontro col mio partner Thor, e a come celebriamo insieme il nostro sentirci diversi. Poi in My big dumb invisible dragon parlo di perdita in maniera positiva, ho messo in quel libro tutto il mio cuore perché avevo appena perso qualcuno di davvero vicino a me e stavo affrontando la mia tristezza e sofferenza. E forse molto di Frances Dean, dato che sono molto timida e spero sempre di fare da guida con la mia bontà e il mio cuore, sempre.


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